Nel nostro deposito trovi fave di cacao crude provenienti dal Sud America, Africa, Vanuatu e Philippines

(quello che sono in pochi a saper fare)

“Bean to bar”: il significato

L’espressione “Bean to bar” potrebbe far pensare a un fagiolo (la più ovvia traduzione di “bean”), ma in realtà si riferisce al “cocoa bean”, la cosiddetta fava di cacao, ovvero il seme contenuto nel frutto (cabossa) della pianta di cacao. Anche “Bar” non è qui inteso come il tipo di locale o il bancone di un bar dove magari vi verranno serviti dei cioccolatini, ma è l’abbreviazione di “chocolate bar”, cioè la barretta o tavoletta di cioccolato.

Fave di cacao dal Perù cioccolato Bean to Bar

“Bean to bar”: la traduzione più esatta, per dare ancora più senso al cioccolato prodotto

Possiamo quindi tradurre in italiano l’espressione “Bean to bar” in questo modo: “dal seme di cacao alla barretta o tavoletta” oppure “dalla fava (sempre di cacao) al cioccolato”. L’idea è cioè quella di produrre e far gustare un cioccolato che, differenza non di poco conto, è partito direttamente dai semi di cacao (opportunamente selezionati) e non più da un semilavorato industriale, come invece avviene per gran parte dei prodotti anche artigianali e spesso dai costi fin troppo.. ingiustificati che si trovano in circolazione.

“Bean to bar chocolate”: il cioccolato doc per eccellenza

Parlare di cioccolato “bean to bar” significa pertanto riferirsi a un preciso processo produttivo del cioccolato, nel quale non viene più “delegato ad altri” alcun passaggio seguente alla selezione e acquisto di specifiche qualità di fave di cacao.

* Vuoi saperne di più sulle diverse qualità di fave di cacao disponibili? >>

Quali e quante produzioni di cioccolato “bean to bar” possiamo avere? Monorigine o miscela?

Il processo produttivo “bean to bar” consente di ottenere sia il cosiddetto cioccolato “monorigine” (un po’ come avviene per i vini di qualità o gli oli extravergine di oliva prodotti da specifiche cultivar), sia – e questo è forse l’aspetto più interessante e intrigante – lascia all’artigiano cioccolatiere la massima libertà creativa nel dosare blend diversi, nonché specifiche gradazioni di tostatura per ciascuna varietà utilizzata.


I corsi bean to bar

Al momento in Italia, come è facilmente riscontrabile cercando sul web, è possibile individuare dei corsi privati per “maestro cioccolatiere”, tenuti in specifiche località (es. Belluno). Ci sono anche corsi in modalità “online” (mediante cioè l’acquisto di lezioni video). Infine esistono corsi organizzati da aziende (es. Boscolo e Selmi) produttrici di macchinari per la lavorazione del cioccolato. È tuttavia probabile, oltre che auspicabile considerato l’interesse per la materia e le concrete opportunità occupazionali, che prossimamente partiranno corsi di formazione a livello regionale (es. in Puglia potrebbero esserci positivi sviluppi a riguardo) con la possibilità di conseguire un titolo di “Maestro cioccolatiere” spendibile a livello di Unione Europea.